Tab Article
Nessuno che abbia qualche conoscenza degli scritti di S. Agostino si rifiuta di numerarlo tra i grandi filosofi, cioè tra quei pochi, i quali hanno saputo, meglio degli altri, scoprire e contemplare le ultime cause di ciò che si presenta nell'esperienza degli uomini. Fénelon, trovava in lui più metafisica che non in Platone e in Cartesio. Di ben pochi, se pure di alcuno, l'influsso è stato così esteso e così profondo. Ma lo studio della filosofia di S. Agostino presenta speciali difficoltà. Soltanto i suoi primi scritti appartengono in prevalenza alla filosofia. Ben presto e principalmente dal tempo della sua consacrazione episcopale, egli si preoccupa di esporre e di illustrare la fede cristiana e non si cura più della filosofia per se stessa. Senonché nello sforzo che fa per capire e difendere le verità rivelate, egli riscontra i problemi filosofici e li penetra, ora l'uno, ora l'altro, con tutto l'impeto della sua mente avida di luce. Bisogna perciò raccogliere attraverso opere direttamente teologiche o esegetiche quei tratti concessi all'esercizio della pura ragione. Estratti questi brani preziosi, non è sempre facile vederne il vero senso. Non sono parti di un trattato scolastico, ma appartengono non di rado a una dimostrazione più ampia in cui hanno una funzione determinata da diversi fattori, cioè dalla qualità dell'avversario, dai suoi argomenti, dai suoi pregiudizi, dalle sue concessioni ecc.. Prenderli senza badare a tutto ciò, è esporsi a travisarli gravemente.